Amici miei
In un sito prevalentemente dedicato alla Toscana non poteva mancare una pagina dedicata al film di Pietro Germi, "Amici Miei" diretto da Mario Monicelli. Sono seguiti i due atti successivi "Amici miei atto II" e "Amici miei atto III", ma il primo è una perla tra le perle della trilogia dei tre film. In questa pagine le notizie del film tratte da Wikipedia e alcune delle scene più divertenti presenti su YouTube
Trama
Cinque inseparabili amici fiorentini sulla cinquantina affrontano i loro disagi sfogandosi con scherzi a danno di malcapitati.
Il conte Raffaello Mascetti è un nobile decaduto costretto a vivere dapprima ospite degli amici, poi in uno scantinato. Rambaldo Melandri è un anonimo architetto alla perenne ricerca di una donna, per la quale sarebbe anche disposto ad abbandonare i suoi amici, salvo ravvedersi all'ultimo momento. Giorgio Perozzi è un redattore capo di cronaca che cerca di sfuggire la disapprovazione per la sua poca serietà e per le sue avventure extraconiugali da parte del figlio e della ex moglie. Guido Necchi gestisce con la moglie Carmen un bar con sala da biliardo, luogo d'incontro del gruppo d'amici. Ai quattro amici di sempre si aggiunge il professor dottor Alfeo Sassaroli, brillante primario ospedaliero annoiato dalla professione e capo di una clinica in collina, che diventa in breve tempo uno dei pilastri del gruppo.
Il redattore Perozzi esce dal lavoro all'alba, senza la minima intenzione di tornare a casa a dormire, con l'idea di voler scappare via con i suoi migliori amici in occasione di una giornata che non ci sarebbe mai più stata: con loro ha intenzione di partire su due piedi per una delle loro "zingarate", ossia una fuga dalle loro grigie realtà per stare in compagnia a scherzare. Così passa a prendere gli altri per partire tutti insieme.
Il Perozzi stesso racconta qualcosa di sé: è separato dalla moglie, stufa dei suoi lazzi, e ha un brutto rapporto con il figlio Luciano, che, al contrario del padre, è serioso e distaccato.
Il Sassaroli entra nel gruppo quando gli altri quattro finiscono ricoverati nella sua clinica in collina, feriti dopo una delle loro zingarate. I quattro amici trasformano la loro degenza in un periodo di caos nella clinica e il primario Sassaroli si dimostra immediatamente degno del loro stile, vendicandosi con cure fastidiose e dolorose. Offuscato dal dolore, il Melandri trova la sua anima gemella in Donatella, che scopre essere la moglie del primario Sassaroli, il quale non esita a cedergliela, accompagnata però dalle due figlie, dall'esigente cane Birillo e dalla governante tedesca. I due uomini si accordano perché il Sassaroli venga a visitare moglie e figlie di quando in quando. Dopo un lungo periodo di assenza dagli amici, il Melandri confessa loro di non avere buoni rapporti con il Sassaroli, il quale non perde occasione per criticare i bassi standard familiari dell'architetto. I tre vengono invitati ad una cena, alla quale ne approfittano per vendicarsi della fuga del Melandri e, finalmente, convincerlo a lasciare Donatella. Per sfogarsi vanno tutti e cinque alla stazione di Santa Maria Novella a fare la zingarata degli schiaffi ai passeggeri sul treno in partenza. Dopo questo episodio, il Sassaroli entra stabilmente nel gruppo.
In un'altra famosa zingarata, i cinque si fingono architetti e geometri inviati a prendere le misurazioni in un paesello che deve essere abbattuto per la costruzione di un'autostrada, lasciando la popolazione nel panico.
Il Conte Mascetti ha effettivamente origini nobili, ma ha scialacquato le ricchezze sue e della moglie Alice. L'uomo è costretto a vivere di vendita di enciclopedie e ha mandato moglie e figlia a vivere lontano, sulle spalle di un conoscente, e viene ospitato dagli amici. È un uomo orgoglioso delle sue origini nobili, che accetta sempre i favori ma mai la carità, e solo i suoi amici sanno come trattare questa differenza. Il Mascetti ha da tempo una relazione con Titti, giovane studentessa figlia di un colonnello in pensione, della quale è pazzo di gelosia, poiché spesso si rende irrintracciabile: lui la scoprirà infine a letto con un'altra donna.
Il Necchi viene presentato come un uomo estremamente brillante nell'inventare scherzi, come quando il gruppo si autoinvita ad una festa in villa senza conoscere il padrone di casa e il Necchi stesso defeca nel vasino di un bambino spaventando la governante, venuta in un secondo momento a controllare. È proprio del Necchi l'ideazione dello scherzo più elaborato del gruppo: dopo che il barista ha identificato un anziano pensionato cliente del suo bar, il signor Righi, il gruppo finge di essere una banda di spacciatori in lotta con il clan rivale dei marsigliesi, che ha bisogno di un basista. Il Righi viene sballottato per la provincia, incappucciato e spaventato, con la promessa di guadagnare facilmente milioni di lire, che mai arrivano. Ad intervenire è infine Carmen, la moglie del Necchi, che minaccia di spifferare tutto al Righi nel caso il marito non la smettesse di assentarsi continuamente dal lavoro. I cinque si mettono all'opera per la conclusione: l'incontro decisivo con i marsigliesi in un cantiere abbandonato, in cui il Sassaroli finge di venire ammazzato, e dopo lo scontro viene ordinato al Righi di allontanarsi, venendo spedito a Reggio Calabria.
Terminata la giornata in cui il Perozzi rievoca questi episodi, tutti decidono di tornare a casa, ma il Perozzi, appena andato a letto, viene colpito da un infarto e muore sotto gli occhi degli amici, nell'indifferenza della moglie e del figlio Luciano. Tuttavia anche in punto di morte è pronto a beffare il prete giunto per l'estrema unzione, pronunciando una supercazzola come confessione. Durante il suo funerale sopraggiunge il Righi, convinto che il defunto sia stato eliminato da loro per tradimento: i quattro sghignazzano durante il corteo funebre.
(Wikipedia)
Alcune delle scene più divertenti
Amici miei-Cippalippa
La distruzione del paese
Amici Miei - Perozzi e lo scherzo del gobbo
Crediti dei film
Paese di produzioneItalia
Anno1975
Durata140 min
Rapporto1.85:1
Genere commedia
Regia: Mario Monicelli
Soggetto: Pietro Germi, Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Tullio Pinelli
Sceneggiatura: Pietro Germi, Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Tullio Pinelli
Produttore: Carlo Nebiolo
Fotografia: Luigi Kuveiller
Montaggio: Ruggero Mastroianni
Musiche: Carlo Rustichelli
Scenografia: Lorenzo Baraldi
Costumi: Giuditta Mafai
Trucco: Franco Di Girolamo
Interpreti e personaggi
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Adolfo Celi: professor Alfeo Sassaroli
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Bernard Blier: Nicolò Righi
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Marisa Traversi: Bruna, l'amante di Perozzi
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Milena Vukotic: Alice Mascetti
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Franca Tamantini: Carmen Necchi
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Olga Karlatos: Donatella Sassaroli
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Silvia Dionisio: Titti Ambrosio
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Ulla Johanssen: Amante di Titti
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Angela Goodwin: Laura Perozzi
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Maurizio Scattorin: Luciano Perozzi
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Giorgio Iovine: colonnello Ambrosio, padre Titti
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Mauro Vestri: il neurologo
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Mario Scarpetta: vigile urbano
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Renzo Montagnani: Giorgio Perozzi
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Luciano Melani: Guido Necchi
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Melina Martello: Donatella Sassaroli
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Corrado Gaipa: Nicolò Righi
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Renato Turi: Ambrosio, padre Titti
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Dante Biagioni: vigile urbano
Luoghi di ripresa
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La villa del chirurgo Sassaroli è situata a Firenze in direzione del piazzale Michelangelo, in via Machiavelli
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La casa del conte Mascetti è uno scantinato condominiale in piazza dell'Isolotto, a Firenze.
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Il bar del Necchi era realmente un bar in via dei Renai a Firenze. Il bar ha continuato ad esistere per molti anni con il nome "amici miei" adesso non esiste più e nello stesso fondo che fu il "Bar Necchi" si trova un noto locale fiorentino.
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La "strage di San Valentino" si è tenuta dove sorge il Mandela Forum.
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L'hotel dove il conte Mascetti sorprende Titti a letto con un'altra donna è il rinomato Hotel Porta Rossa, anche se in realtà per la camera si è usata una stanza che nulla c'entra con tale struttura.
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La clinica del Sassaroli è Il Salviatino di Firenze, un ex ospedale in seguito trasformato in residenza di lusso.
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Il Cinema davanti al quale i cinque amici leggono sul giornale i titoli dei film a luci rosse, durante uno dei loro tanti periodi di depressione e di crisi, era il Metropolitan, sito in piazza Cesare Beccaria lungo i viali di circonvallazione. È stato chiuso nel 2015 dopo un esercizio sotto il nome di "Astra 2" lungo oltre vent'anni.